La pazienza noi donne l’impariamo fin da piccole.
Ricordo ancora le storie , a mò di filastrocche, che mi raccontava la mia nonna paterna e che mi facevano tanto ridere, pur se non capivo fino in fondo l’assurdità, ricca di morale, degli episodi narrati.
La storia che ricordo meglio aveva come protagonista un uomo che, stanco della sua vita sempre uguale, partiva per
“il mondo”a piedi.
Un viaggio senza fretta, in cerca di qualcosa che non trovava
mai .
Strani erano gli incontri che faceva, lungo la strada.
Un uomo sotto un pero, a braccia conserte ed a bocca aperta che aspettava ore e ore, che cadesse un frutto per poterlo mangiare.
Una moglie che su richiesta del marito, cuoceva “quattro fagioli” di numero e che poi a pranzo, arrivava con un solo fagiolo, perchè, uno lo aveva assaggiato per testare il sale, uno a metà per verificarne la cottura, e uno alla fine soddisfatta del risultato!
Col marito che si disperava, al ritorno dal lovoro per aver sposato una donna sciocca !
La conclusione era che he poi alla fine, l’uomo partito a piedi per il suo giro intorno al mondo, se ne tornava a casa perchè aveva capito che là fuori, non era meglio di casa sua.
-Ci vuole pazienza nella vita, tanta pazienza, in tutte le cose-
Mi diceva mia nonna, accarezzandomi i capelli.
Mi rivedo ancora adesso, seduta per terra, accovacciata accanto a lei, con le nostre mani sul suo grembo, strette ed intrecciate.
Ma cosa ne potevo sapere io , della pazienza.
Adesso invece lo so bene.
A volte penso che questi nostri tempi, abbiano bisogno di prendere lezioni di pazienza, perchè non basta solo riappropriarsi del proprio tempo.
Quando nonna, la nonna materna, preparava la marmellata di uva nera nella sua casa in campagna, impiegava anche due, tre giorni.
La vendemmia di ottobre si era appena conclusa, il nonno tutto soddisfatto della sua uva, osservava il mosto fermentare in cantina, io mi divertivo a spingere il torchio, lasciando che quell’odore pungente e netto mi investisse, mentre con un dito , furtivamente, catturavo una gocciolina del nettare d’uva per assaggiarlo.
E le cassettine di uva nera messe da parte, in un angolo della cantina, aspettavano le mani pazienti di nonna che presto le avrebbe trasformate.
Chili e chili di uva , per tanti vasetti da allineare ordinatamente, di buonissima marmellata.
Secondo me la più buona che esiste al mondo!
Oggi la prepara mia madre per tutti ma, una volta tanto, ho voluto anch’io provare a farla.
Pur se non credo di aver ancora apresso tutto dalle lezioni che mi hanno dato, posso dire che preparare questa marmellata in grosse quantità come è tradizione fare, richiede veramente tanta pazienza e una dedizione senza fretta.
E passiamo quindi alla ricetta. Tipicissima del mio Abruzzo, dove ha diversi nomi a secondo della zona , per noi è semplicemente la marmellata di uva nera.
A Natale , i bocconotti senza questa marmellata non possono chiamarsi tali e neppure le sfogliatelle sono le stesse se, al loro interno, non racchiudono un cuore generoso di questa bontà, che per l’occasione, viene arricchita con cioccolato fondente a pezzi, cannella in polvere e mandorle tostate e tritate.
E che dire della crostata con la marmellata di uva nera? Una bontà unica !
Trovate la mia ricetta dei bocconotti
QUI e quella della crostata
QUI .
Concludendo , devo precisare che questa è una di quelle ricette che le donne della mia famiglia, hanno sempre preparato tutto “a occhio” , senza pesare niente.
Inutile chiedere le dosi, perchè tanto – A che serve? Ti regoli! –
Lo dico io …
Quante lezioni devo ancora prendere per tutte le cose che devo imparare… Lei, nonna, aveva ragione, non si finisce mai d’imparare…
Ingredienti :
3 kg di uva nera Montepulciano già sgranata
600 g di zucchero
Come si fa
Lavate l’uva sotto l’acqua corrente , granatela eliminando i raspi e mettete gli acini una grossa pentola dal fondo spesso.
Ponete la
pentola sul fuoco e mescolate con un cucchiaio di legno.
Appena raggiunta l’ebollizione, abbassate il fuoco che deve essere dolce e lasciate cuocere lentamente fino a quando l’uva risulterà spappolata ed il composto risulterà piuttosto omogeneo.
Togliete dal fuoco , fate intiepidire e passate il composto ottenuto al passaverdure. Occorre uno di quelli manuali a manovella, munito di gratella con buchi medi che permette di eliminare solo i semi e lasciare la polpa delle bucce disfatte insieme al succo.
Questa operazione anticamente si faceva con un particolare setaccio che permetteva di sgranare con le dita gli acini al fine di eliminare tutti i semi.
Un lavoro lungo e certosino che ancora oggi, chi conserva gelosamente il vecchio attrezzo, ha piacere di fare, nel rispetto delle tradizioni!
Finita questa operazione, ponete di nuovo il composto nella pentola, aggiungete lo zucchero, mescolate e riportate sul fuoco. La quantitià di zucchero è variabile, a seconda dei gusti personali e del grado di acidità dell’uva. Io ho considerato 200 g di zucchero per ogni chilo d’uva, pesata sgranata prima di porla sul fuoco ed ho ottenuto un ottimo risultato.
Fate cuocere a fiamma dolce, mescolando molto spesso, fino al raggiungimento della densità desiderata.
Deve cuocere moltissimo e lentamente e comunque, fate la prova del piattino per vedere se la vostra marmellata è pronta.
Quando sarà quasi fredda, riempire i
vasetti di vetro, precedentemente sterilizzati , con la marmellata, chiudete bene ed infine, fate bollire in abbondande acqua che ricopra bene i vasetti, avvolti in un canovaccio, per creare il
sottovuoto. Contate mezz’ora dall’inizio del bollore.
Spegnete, fate raffreddare e la vostra marmellata è pronta.
L’autunno è un andante grazioso e malinconico che prepara mirabilmente il solenne adagio dell’inverno.
(George Sand)
Sereno autunno
Patrizia
10 Comments
bellissime parole, bellissime fotografie. Grande lezione di vita!
amelie
PS inutile spendere parole per una marmellata già di per sé superlativa!
Felicissima del tuo apprezzamento Amelie… grazie di cuore!
La pazienza,virtù di pochi…Ed io non sono tra quei pochi,nonostante un pò di saggezza si sia fatta spazio nel mio animo ribelle!Però per un risultato così,me ne farei prestare un pochino,perchè la voglia di farci una bella crostata è tanta…Grazie cara per i tuoi racconti e per l'augurio di un buon autunno!
Penso cara Damiana, che anch'io ho tanto ancora da imparare in fatto di pazienza e saggezza e penso che questo sia un bene, perchè ci pone sempre davanti nuovi traguardi…
Grazie cara, un abbraccio immenso !
Ciao Patrizia,
Che bello quello che hai scritto… per non parlarve della ricetta della confettura, complimenti cara!
Un abbraccio Antonella ♥
Ciao Antonella… grazie di cuore 🙂 ! Un abbraccio anche a te !
Ecco perché tu sei stata selezionata e io no: basta leggere questo post per capirlo!!!
Brava, brava, bravissima!
Anche ad avere avuto la pazienza di fare questa meravigliosa marmellata…
Un bacione dalla tua "socia"
Valeria
Dici, socia?
Ma sai, io da ragazza sognavo di fare la scrittrice da grande… certo che ne devo fare di strada… difatti non ho vinto 🙂
Bacione carissima !
Patrizia tantissimi auguri al tuo ragazzo…Vedrai dopo lo smarrimento iniziale,arriveranno le soddisfazioni e allora tutto diventerà meno malinconico…Immagino la tua tristezza,ma sorridi ,il ragazzo avrà un bellissimo avvenire,glielo auguro di cuore…Un bacino e grazie cara!
Grazie a te Damiana ! Per le tue belle parole e l'augurio al mio ragazzo. Noi siamo stati molto felici della sua scelta e lo abbiamo incoraggiato, certo è però che abituarsi all'inizio è dura, ma poi, mi basta ascoltarlo tutti i giorji, sentirlo entusiasta , per far passare tutto !
Un bacio anche a te 🙂