nebbia d’autunno, avvolge nel suo manto lattiginoso la campagna.
verrà.
Ma prima del lungo sonno ristoratore, prima che la vitalità della natura
diventi sotterranea ed invisibile, c’è
ancora una cosa da fare, raccogliere le olive.
agricola abruzzese questo è l’ultimo
raccolto dell’anno.
rituale che porta con sé quel pizzico di malinconia per la bella stagione che se ne và,
rallegrata dal piacere di lavorare ancora una volta insieme all’aria aperta.
mediterraneo, l’ulivo ama i climi miti e prolifica sui declivi dolci che
degradano verso il mare.
Mi è sempre
piaciuto ammirare, dall’alto delle mie colline, l’eleganza discreta e timida
delle sue foglioline dal risvolto argentato che spiccano in contrasto col la ruvidezza
bitorzoluta dei tronchi.
Sembra quasi che correndo giù dolcemente, le file
allineate degli ulivi, si tuffino nell’azzurro del mare !
Gogh , ha dedicato diverse tele agli
uliveti.
Pennellate espressive e vitali, evocative della loro essenza
spirituale , di quel “mormorio intimo ed
antico” :
“Il fogliame argento antico che
inverdisce contro l’azzurro.
delicatezza e raffinatezza.
qualcosa di molto intimo,
immensamente antico.
dipingerlo o possa concepirlo”.
Scriveva al fratello, in
una delle sue lettere.
Vincent Van Gogh , Uliveto con cielo azzurro – Saint-Rémy 1889
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dell’olio dai frutti degli ulivi, avviene ancora oggi in maniera tradizionale in piccoli frantoi
perlopiù a conduzione familiare, grazie
alla maestria dei frantoiani, orgogliosi di tramandare di generazione in
generazione un mestiere ed una cultura
profondamente radicata .
Io ricordo ancora
l’allegria festosa del piccolo frantoio di famiglia.
Ci sono cresciuta con l’odore
caratteristico delle olive appena raccolte.
Nei miei ricordi, occupa un posto molto speciale quel vecchio frantoio che per due
mesi ininterrotti macinava le olive.
Mi sembra di sentirlo ancora il piacevole rumore delle macine in movimento, il profumo dell’olio extra vergine d’oliva nel vicoletto e l’allegria dei contadini che, orgogliosi, assistevano tutto il
processo di lavorazione, assaggiando il frutto del loro raccolto col pane ed un buon bicchiere di vino.
Ogni volta che torno in paese in questo periodo ho l’impressione di scorgere ancora, tra la nebbiolina
autunnale, le sagome dei frantoiani, dei sacchi da scaricare, delle piccole foglie scappate dai sacchi, accantonate ai bordi del vicolo.
ripenso a me bambina, alle torte di mele e alle crostate che mia madre
preparava e portava insieme al caffè, a loro che lavoravano giorno e
notte, con quell’allegria di chi ama le tradizioni e non sente la
fatica.
tornare con la mente alla casina arancione dei miei nonni, ai loro ulivi
centenari, alle olive che ho visto raccogliere dalle loro mani, come
adesso non si fa più, arrampicati su piccole scale di legno, fino
all’imbrunire.
male quando invece mi assegnavano il posto vicino alla mia bisnonna “piccolina” di statura, seduta per terra, a raccogliere le olive cadute.
ritorno dai campi, il lavoro non era finito.
sacchi.
nonno – ma dove sta l’olio – che non vedevo in un fruttino così piccolo che se mangiato non “sapeva” affatto d’olio, lui ne spremeva qualcuno con forza tra le dita e
mi faceva “sentire” proprio quella consistenza oleosa che io non immaginavo.
Sono passati diversi anni da allora, ma per me è come se fosse ieri.
della raccolta delle olive
nella mia regione è fortemente radicata, tanto che il nostro olio extra
vergine d’oliva è di qualità eccellente e DOP.
poche e quindi anche l’olio nuovo sarà poco.
niente che scaldi di più del piacere di stare a casa e delle buone
zuppe fumanti condite con l’olio nuovo.
rosolare ed appassire a fuoco dolce nell’olio evo per 3- 4 minuti ,
aggiungete il pomodoro privato dei semi e tagliato a cubetti e fate
insaporire ancora un minuto, aggiungete la foglia di alloro e qualche
ago di rosmarino tagliuzzato con le forbici; infine aggiungete i
fagioli ammollati e scolati o quelli freschi e lasciate insaporire
ancora per 3-4 minuti.
pepe a piacere e fate cuocere per circa 1 ora e 30 minuti o finchè i
fagioli non risulteranno teneri.
rosmarino freschi tagliuzzati, peperoncino fresco piccante a piacere e
servite ben calda la vostra minestra di fagioli.
fagioli cotti, schiacciateli con i rebbi di una forchetta e riunite alla
zuppa.
L’autunno, i suoi colori, i suoi
profumi ed i suoi rituali, quelli più belli , tutto questo per me rappresenta
questa stagione di confine, nella mia
terra che io infinitamente amo.
6 Comments
Bellissimo il racconto ed anche le immagini e buonissimaa ricetta insomma …👍
Grazie infinite Simo 🙂
Non sai come mi sono sentita a casa in queste tue parole ed emozioni 🙂 La frangitura delle olive ha sempre segnato un nuovo inizio nella mia famiglia ed è bellissimo percepire quest'amore nel tuo racconto.
La ricetta è una vera coccola 🙂
I ritmi della natura hanno sempre tanto da insegnare, anche nei periodi come questi, quando tutto sembra apparentemente fermo, in attesa dell'inverno.
Un abbraccio Consu e grazie…
Toccante il racconto, sono tornata indietro con gli anni a quando da bimba andavo nella campagna pescarese ad ammirare nonni e aiutanti a raccogliere l'oro della loro campagna.
Buon autunno
Nadia
Buon autunno anche a te Nadia.. siamo conterraneee quindi, che bello !
Grazie per essere passata di qua e per le tue parole 🙂